mercoledì 30 maggio 2018

Rising stars. Gli USA che avanzano?

Zimmerman festeggiato dopo l'1-0 (Usa Today)
Nei giorni dedicati alle amichevoli di preparazione a Russia 2018, l'Italia non è l'unica grande esclusa e delusa che vede in questi test match l'unica occasione di essere citate accanto alla manifestazione mondiale. Tra queste c'è anche l'America.
Gli Stati Uniti, fin dal boom del Mondiale in casa targato 1994, hanno sempre partecipato alla competizione (basti ricordare il nostro girone di Germania 2006...e Zaccardo). Quest'anno gli americani, come noi italiani, saranno costretti a guardarla sui maxi schermi. Come tutti noi speriamo riesca a fare l'Italia, gli USA potrebbero prendere la non qualificazione come trampolino per rinnovare l'intero movimento, forse troppo attaccato ai soliti nomi - non che fosse possibile il contrario o che altre nazionali non lo facciano.
Nella nostra notte tra lunedì e martedì scorsi a Philadelphia gli Yankees hanno ospitato la Bolivia in un incontro che ha visto la convocazione di giocatori la cui media d'età dovrebbe far riflettere; agli ordini del CT ad interim Dave Sarachan un undici iniziale da 22 anni di media, con solo i 29 anni di Lichaj e i 27 di Corona ad alzare una media tenuta ben bassa dai neodiciottenni Sargent e Weah. Proprio questi ultimi saranno tra i migliori in campo, non solo per i loro gol (ovviamente i primi per la Nazionale Maggiore, essendo alle prime presenze) ma anche per movimenti e prestazione generale.
Andando con ordine in una partita finita 3-0, il primo gol arriva al minuto 37 con un'incornata di Walker Zimmerman su corner; rete importante perchè si parla di un altro primo gol in Nazionale - alla 3a presenza - per un difensore centrale ancora 25enne. Nella ripresa il gol-favola di Sargent, non è da tutti segnare al debutto in Nazionale, e quello di Tim Weah (sì, secondogenito di quel George) dopo una grande galoppata mancina del 20enne Robinson. E non abbiamo citato la star del Borussia Dortmund Pulisic, ancora 19enne, il mediano della stessa età McKennie, il terzino dello United Under23 Olosunde.
Anche grazie all'esportazione nel vecchio continente di giovani interessanti il nuovo ciclo dell'american soccer sembra promettere bene. Che sia di lezione.