mercoledì 11 ottobre 2017
>Russia18. La tripletta perfetta, Messi porta l'Argentina ai Mondiali. Disastro Paraguay - Cile
venerdì 21 luglio 2017
Gold Cup 2017. La Giamaica elimina il Canada, Messico di misura
Giamaica in festa: è semifinale |
Il gol vittoria flash di Pizarro |
giovedì 20 luglio 2017
Gold Cup 2017, avanti USA e Costa Rica
Omar Gonzalez festeggia l'1-0 |
La disperazione di Godoy |
Gold Cup 2017, la situazione alla vigilia dell'eliminazione diretta
Praticamente zero sorprese nelle 8 squadre che entrano nella fase finale della CONCACAF Gold Cup 2017. Il torneo ospitato in questi mesi dagli Stati Uniti vedeva l'esordio assoluto di Guyana Francese e Curaçao e il ritorno dopo anni di Martinica e Nicaragua. Sì, parliamo praticamente delle nazionali eliminate nei tre gruppi della fase a gironi, con il Martinica che quantomeno ha strappato 3 punti al Nicaragua.
Ma come arrivano ai quarti le otto che proseguono?
mercoledì 19 luglio 2017
Open Cup americana, sorprese a quarti finiti. O quasi
Partendo dai San Jose Earthquakes che eliminano 3-2 i Los Angeles Galaxy, con Chris Wondolowski che mette a segno una doppietta. I californiani sfideranno in semifinale il Kansas City; i Maghi hanno avuto ragione 3-0 dei campioni in carica del Dallas, ma solo ai supplementari e con un uomo in più.
New England - New York si chiude con un minimo 0-1: la sfida tra le due "nuove inglesi" viene decisa all'87' dal solito Wright-Phillips. Saranno i RedBulls ad aspettare l'esito del recupero tra le due cenerentole. Inevitabile infatti il rinvio della gara prevista per il 12 luglio scorso a causa della tempesta in piena regola abbattutasi sulla Florida.
Wondolowski, mattatore contro i LA Galaxy |
giovedì 29 giugno 2017
L'US Open Cup entra nel vivo, ai quarti scontro sorpresa
I campioni in carica del Dallas affronteranno il Kansas City, mentre LA Galaxy e New York RedBull affronteranno rispettivamente San Jose e New England.
La sfida sicuramente più interessante è quella tra le due compagini militanti nella seconda serie americana (la NASL): Miami e Cincinnati. Cincinnati ha avuto ragione anche se soltanto ai rigori del Chicago, mentre la squadra allenata da Alessandro Nesta ha battuto 3-2 Atlanta.
giovedì 8 giugno 2017
Felipe Melo, hai ragione
Nel corso di una lunga intervista concessa a FcInterNews l'ex centrocampista dell'Inter Felipe Melo (oggi al Palmeiras) ha detto cose interessanti, con le quali sono d'accordo.
ROBERTO MANCINI - "Se Mancini non fosse andato via oggi l'Inter sarebbe in Champions League. E non ci sono dubbi, lo dico al 100%. Roberto è interista, conosce benissimo il mondo nerazzurro ed era sicuramente l'allenatore migliore per la nostra squadra. Poi è una persona troppo intelligente, un grandissimo tecnico. L'estate scorsa è stata particolare: tutti si ricordano delle batoste che abbiamo preso tra Stati Uniti e Oslo (contro il Tottenham, ndr), ma quanti dicono che abbiamo fatto mille viaggi con pochissimi giocatori a disposizione? Eravamo contati, giocavano sempre gli stessi ed era di più il tempo che passavamo sugli aerei che sul campo a lavorare. Pensi che i giocatori di Bayern Monaco e Paris Saint-Germain, parlando con loro e spiegando la nostra situazione, non credevano a tutto questo, a queste grandi difficoltà logistiche. E Mancio era molto arrabbiato per queste problematiche, anche perché al contempo non c'era chiarezza dal punto di vista societario. C'era tanta confusione. Ripeto, il mister era perfetto per noi. E la stagione senza di lui sappiamo tutti come è andata".
GABRIEL BARBOSA - "Cito la Juventus, in particolare Dybala. Non mi ricordo di un Dybala titolarissimo già al primo anno, assolutamente. Sul serio, io non me lo ricordo. Poi, gradualmente, conosci il calcio italiano, comprendi l'importanza di un club come la Juventus e riesci a fare bene e a dimostrare tutte le tue qualità. Purtroppo Gabriel è arrivato a Milano in un momento storico difficile per l'Inter, che non vinceva e non vince da tanti anni. E con tanti cambiamenti ancora in corso. Ma la società deve credere in lui, senza dubbio. Altrimenti si correrebbe il rischio di ripetere l'errore commesso con Coutinho. A Milano dicevano che era scarso, ora lo vuole tutta Europa. Dai, per favore.... Ci vuole un po' di intelligenza, altrimenti poi si piange se Gabriel diventa forte in altre squadre. Dobbiamo essere intelligenti! Parliamo di un ragazzo di 20 anni che deve ancora abituarsi al mondo italiano, perché in Brasile è tutto diverso".
MAURO ICARDI - "È ancora molto giovane e deve ancora crescere, ma è fortissimo già oggi. Anzi, è un fenomeno. Se lui non segna l'Inter non vince. Questo è fin troppo evidente. È un fenomeno. Fa doppiette, triplette e fa gol in ogni modo, ma la fascia da capitano è un'altra cosa, penso sia troppo per lui. Un giocatore che fa il capitano deve avere il rispetto degli avversari. Uno di quelli che, quando lo guardi e lo ascolti, pensi: "Cazzo!". E mi riferisco anche agli avversari, che devono avere timore, nel senso positivo, nei suoi confronti. E con Icardi questo non succede. Sono successe troppe cose in passato, oggi non lo vedo come un vero capitano. Magari tra qualche anno, anche perché è un campione, ma oggi non può indossare la fascia. Pensi che Felipe Melo era uno dei pochi al quale Icardi dava ascolto. Personalmente ho sempre parlato bene di lui, perché è un fenomeno, questo voglio ripeterlo e sottolinearlo. Ma non è pronto per fare il capitano, questo sicuro, nonostante abbia dimostrato maturità quando ha chiesto scusa per quelle ormai famose righe presenti inizialmente nel suo libro. Ma ci vuole altro, oggi non è pronto".
https://www.tuttomercatoweb.com/serie-a/f-melo-icardi-a-super-ma-non-a-un-capitano-gabigol-ricordate-coutinho-980147
martedì 6 giugno 2017
Asian Champions League 2017, i sorteggi dei quarti.
Il sorteggio ha così deciso:
In Asia Occidentale nessun derby tra nazione, ma occhio comunque a queste partite. Non tanto per lo spettacolo in campo, che una sfida tra Al Ain e Al Hilal potrebbe comunque regalare a partire dell'andata di giorno 21/8, quanto per la delicata situazione geopolitica della zona che ha già portato il divieto di trasferta ai tifosi in questo inizio di fase ad eliminazione diretta.
Asian Champions League. Gli ottavi a Oriente
Era praticamente la mascotte di questa fase della competizione. Parliamo del Muangthong United, che scrive la storia del calcio tailandese portando per la prima volta una squadra della Thai Premier League, di cui è campione in carica, alle fasi finali. Il sogno dei rossoneri si infrange sul muro azzurro del Kawasaki Frontale (che bel gioco di parole con "infrange", ve?); la squadra nipponica vince 4-1 in casa dopo l'1-3 in Tailandia. I giapponesi la chiudono già nel primo tempo con un 3-0. Ad aprire le danze il bomber Yu Kobayashi, bravo al 31' ad ubriacare Bunmathan prima di scaricare da poco dentro l'area un destro che seppur parabile supera Thamsatchana. Giro di orologio e arriva il raddoppio: verticalizzazione stupenda di Tasaka per capitan Kobayashi che dal fondo mette dentro con Hasegawa che arriva sul secondo palo mettendo in rete. Al 40' gloria per il centrocampista brasiliano Eduardo Neto, colpo di testa potente e preciso sul cross al bacio di Nakamura. Nel secondo tempo vicino al gol il capitano del Muangthong Dangda, ma la palla prende il palo. Poco prima dell'ingresso della nostra vecchia conoscenza Takayuki Morimoto arriva il poker: crosso per Kobayashi che si allunga il pallone verso il fondo, tacco a rimorchio prima che il pallone esca e sinistro di Rhayner. La gioia del gol per Dangda arriva comunque nei minuti finali, quando con un difficile colpo di testa manda all'incrocio il cross di Songkrasin.
Con il mio Gamba Osaka fuori dai giochi per un bruttissimo ritorno nel girone H (girone peraltro spazzato poi via proprio agli ottavi) dove è riuscito ad arrivare ultimo facendosi pure scavalcare dagli australiani dell'Adelaide United, a rappresentare nei quarti la J-League insieme al Kawasaki sarà l'altra mia squadra jappo del cuore: l'Urawa Red Diamonds. I Reds davanti al proprio pubblico giocano una partita perfetta contro i coreani del Jeju, riuscendo a ribaltare lo 0-2 dell'andata e vincendo 3-0 ai supplementari. Una partita dicevamo dominata, con un 71% di possesso palla che viene finalizzato già al 18': punizione dalla sinistra di cui si incarica Kashiwagi, sinistro teso sul primo palo dove Shinzo Koroki trova il colpo di testa vincente, con tanto di bacetto al palo. Al 33' ancora il #30 Reds protagonista: dopo uno sfondamento centrale scarica dall'altezza della lunetta verso Tanadari Lee, costretto a rincorrere il pallone largo; esce un po' a caso Kim Ho-Jun e l'attaccante giapponese riesce a trovare un angolo strettissimo per pareggiare i conti. Tutto si deciderà nel secondo tempo. Un secondo tempo che però regala alla cronaca solo l'espulsione per doppio giallo di Yong-Hyung Cho, con la superiorità numerica che da i suoi frutti - unito al possesso palla ora ancora più netto 11v10 - solo nell'et, al minuto 114: sugli sviluppi di un corner Takagi pesca solo soletto sul secondo palo Moriwaki, con il difensore che prima guarda il segnalinee e poi corre sotto la curva dei Diamonds. Da segnalare il nervosismo nei minuti finali della gara e nel suo post, dei quali parlerò a parte. In ogni caso, Urawa ai quarti.
Tornando al titolo del pezzo, passiamo alla parte cinese dell'egemonia. Derby rosso tra i parenti alla lontana dell'Inter del Jiangsu e lo Shangai SIPG allenato da Villas-Boas. Dopo il 2-1 nella metropoli cinese allo Jiangsu poteva bastare un misero 1-0. Peccato che la coppia d'assi brasiliani Hulk-Elkeson non siano d'accordo. Sono proprio loro a costruire il vantaggio ospite, seppur con la cospicua mano del centrale Hong: rasoiata dell'ex Porto per Elkeson, misunderstanding tra il centrale coreano e Zhang, il brasiliano si infila e con uno scavetto manda in rete il pallone. La mano che il Jiangsu vuole dare - si scherza, ovviamente - ai connazionali per passare il turno è ancora più chiara al 43': per evitare la doppietta di Elkeson Yang interviene in maniera scomposta sul pallone e lo manda nella propria porta. Dovendo fare adesso tre gol il quasi ex mister di Nanchino Yong-Soo Choi nella ripresa attua cambi offensivi e al 75' sembrerebbe aver avuto ragione. Infatti una bellissima azione tutta di prima si traduce in un calcio d'angolo; sul corner di Xie stacca proprio Hong che si fa perdonare le colpe sul primo vantaggio del SIPG. In pieno recupero, dopo azioni sventate dal portiere Junling e pali, arriva il pareggio che riaccende il Nanjing: è ancora Xie (cambio azzeccato) a servire il pallone vincente da calcio d'angolo, stavolta per la testa del capitano Xi Wu. La festa però si interrompe bruscamente pochi secondi dopo, quando Hulk decide di tenere fede al suo pseudonimo e presa palla fa tutto da solo e con un mancino a giro segna il 2-3 finale.
La seconda squadra cinese ad arrivare ai quarti è il Guangzhou di Felipe Scolari, che passa grazie alla regola dei gol in trasferta sul difficile campo del Kashima Antlers. Vantaggio giapponese al 28' con una grande azione personale di Pedro Junior; al 55' arriva la doccia fredda del gol poi decisivo di Paulinho, lesto a fare tap-in a porta vuota dopo il palo di Ramires su rimessa laterale lunga. Arriva troppo tardi il 2-1 finale di Mu Kanazaki, un esterno destro che colpisce la parte inferiore della traversa e supera Zeng. 2-2 il risultato complessivo ma come detto passa la squadra cinese nell'ottavo di finale sicuramente più equilibrato della zona orientale.
Mentre scrivo sono in attesa del sorteggio per i quarti di finale che si giocheranno ad agosto. Sorteggio a cui parteciperanno, ad Oriente, due squadre giapponesi e due cinesi.
mercoledì 31 maggio 2017
Asian Champions League. Gli ottavi di finale, sponda occidentale
È ancora in piena fase finale infatti l'Asian Champions League, l'intuibile maggiore rassegna asiatica per squadre di club. E siccome la voglia di scrivere e divulgare la fa da padrona, voglio fare il resoconto degli ottavi di finale conclusisi tra ieri e oggi. E lo faccio con una doverosa premessa: per facilitare gli spostamenti delle squadre (stiamo pur sempre parlando di Asia, con squadre che vanno dall'Iran all'Australia) la competizione è divisa in Asia Occidentale e Asia Orientale, con gironi e fasi ad eliminazione diretta divise che decreteranno le due squadre che si sfideranno per la coppa in sé e per sé.
Passano ai quarti di finale entrambe le squadre dell'Arabia Saudita.
L'Al-Hilal copia-incolla davanti al proprio pubblico il 2-1 dell'andata contro gli iraniani dell'Esteghlal Khuzestam: con un gol per tempo ribalta l'iniziale vantaggio ospite di Nong al 12', fortunato a segnare incespicando ad un metro dalla linea di porta; Kharbin (16') anche lui da due passi pareggia di testa dopo una bella azione in verticale, per poi arrivare all'88' quando Salem Al-Dawsari entra indisturbato in area e spara un imparabile bolide a fil di traversa.
L'altra squadra saudita era impegnata in una insolita sfida tra squadre con lo stesso nome: da una parte i sauditi del Al-Ahli, dall'altra l'Al-Ahli degli Emirati Arabi. Dopo l'1-1 dell'andata si decideva tutto a Dubai, dove ha la meglio la squadra "Saudi" 1-3. Al 18' il capitano saudita Al-Jassim porta in vantaggio i suoi tutto solo su corner all'altezza del secondo palo, ma la vera perla è il raddoppio del 24' di Hussain Al Moqahwi: destro secco all'incrocio dai 25 metri. C'è anche gloria per il centrale Abdulameer che trasforma il rigore causato goffamente dal portiere emirato Naser. Inutile per il Dubai il penalty trasformato dalla stella ghanese Gyan (immancabile la casacca numero 3).
Ben diversa la partita dell'altra squadra UAE, l'Al Ain da cui è brevemente passato da allenatore anche Walter Zenga. Si partiva dall'1-0 conquistato in Iran dai campioni dell'Esteghlal. La tensione allo stadio Tahnoun Bin Mohamed è palpabile, a cancellarla ci pensa il brasiliano Caio che al volo pareggia già al 27' i conti. Al 33' ancora Caio fa esplodere (scelta forse infelice del termine?) il Bin Mohamed: lancio in profondità, erroraccio di Ghafoori che mette il brasiliano numero 7 a tu per tu con capitan Rahmati, portiere saltato e raddoppio saudita. A pochi minuti dall'inizio della ripresa comincia lo show dell'uomo migliore non solo della squadra saudita ma di tutta la nazionale - tanto da attirare in passato le attenzioni del Man City - asiatica: Omar Abdulrahman, anche detto Amoory. Il numero 10 con il sinistro fa quello che vuole e il 3-0 lo dimostra: da posizione angolatissima e in scivolata manda il pallone alle spalle del povero Rahmati, fregato dal suo stesso centrale Leandro Padovani che allunga la traiettoria del cross di Mohamed Abdulrahman. A questo punto la squadra in viola dilaga. 56': uno-due fuori area tra Joo Lee e Al Shamrani con il sudcoreano che di potenza cala il poker. Il pokerissimo è ancora ad opera di Amoory (60') che mostra il sinistro di cui sopra e in solitaria segna dopo una serpentina degna di mancini più famosi. La giornata di grazia del numero 10 finisce con l'assist stupendo per Al Shamrani, lanciato di prima in campo aperto per il 6-0 che nessuno osava prevedere. Inutile, anche se bello, il gol da punizione defilatissima del numero 9 Kaveh Rezai, nel giro ultimamente anche della Nazionale iraniana.
Ultimo ottavo di finale la sfida tra Lekhwiya e Persepolis, dopo anche qui un'andata a reti bianche. In Qatar (della cui coppa nazionale è vincitore in carica il Lekhwiya) passano i vice campioni iraniani grazie ad un autogol del difensore Chico dopo una gara comunque dominata.